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LO SPETTACOLO DELLE METAMORFOSI

22-03-2023 / 22-04-2023 - eventi
Mer
22
Mar 2023
LO SPETTACOLO DELLE METAMORFOSI
Loverso porta in scena Ovidio al Traetta di Bitonto “Venga pure quel giorno che porrà finalmente fine al corso della mia vita incerta: con la parte migliore di me volerò oltre le stelle e il mio nome resterà indelebile” Con questi versi, tratti dal prologo di Ovidio, La voce del mito, di Nicola Pice, Quorum edizioni, si apre lo spettacolo a cui martedì scorso, 7 Marzo, hanno partecipato gli alunni del Liceo Scientifico Galileo Galilei presso il teatro Traetta di Bitonto. Protagonista dunque l’immortale Ovidio, la cui fama, come egli stesso annunciava, è giunta ai liceali bitontini, permettendo loro di approfondire o di scoprire alcuni fra i miti eziologici di trasformazione, raccolti nei quindici libri di un’opera a dir poco spettacolare: le Metamorfosi. Narrando le vicende amorose, violente e di vendetta dei personaggi della mitologia, il carmen perpetuum di Ovidio racconta l’origine mitica di elementi naturali, la cui presenza la sensibilità moderna dà per scontata e scientificamente spiegata. E così l’origine della pianta di alloro è ricondotta a Dafne, trasformatasi in pianta per sfuggire all’amore del dio Apollo. Quella del ragno, alla vendetta della dea Minerva nei confronti di Aracne, punita per aver sfidato la dea nell’arte della tessitura. O quella del fiore narciso, al ragazzo innamorato della sua immagine. Nello stesso mito, con la triste vicenda della ninfa Eco, consunta dall’amore non ricambiato per Narciso, e mutatasi in pietre, si spiega il noto fenomeno acustico. Il ratto di Proserpina invece spiega il fenomeno dell’alternanza delle stagioni: la ragazza trascorre sei mesi nell’Ade con suo marito Plutone e sei mesi sulla Terra con sua madre Cerere, durante i quali manifesta la sua felicità portando la primavera. Nel coinvolgimento dei ragazzi è stata determinante la struttura dello spettacolo, nella sapiente regia di Alessandra Pizzi: il monologo di Enrico Loverso, presentatosi come Ovidio in persona, ha subito attirato la loro attenzione. Con l’espressività della voce e la presenza scenica, ha evocato sulla scena dei, ninfe ed eroi. Nel rendere più viva la lettura dei versi ovidiani, ha avuto un ruolo rilevante il sottofondo sonoro che, adattando le note alle situazioni in cui si trovavano i protagonisti dei miti, conferiva una grande suggestione al racconto e favoriva l’immedesimazione del pubblico. Per lo stesso motivo sono stati particolarmente apprezzati gli interventi coreografici, tra un mito e l’altro, di danza contemporanea, che mimavano le sequenze di trasformazione. Con un cerchio e un tessuto l’artista ha eseguito particolari movimenti di danza aerea per rappresentare rispettivamente il mito di Dedalo e Icaro, svoltosi in volo, e quello di Aracne-ragno sospesa alla tela. Lo spettacolo ha avuto successo se ha coinvolto gli studenti, interessandoli ad un’opera tanto affascinante quanto antica e probabilmente di non facilissima comprensione. L’importanza di queste rappresentazioni sta proprio nella possibilità di far conoscere ai ragazzi i classici, permettendo loro di apprezzarne la vitalità. Le Metamorfosi di Ovidio, ad esempio, sono state d’ispirazione per Lorenzo Bernini, nelle sculture raffiguranti Apollo e Dafne e il ratto di Proserpina. Per di più alcuni dei miti, come quello di Narciso, possono essere considerati attuali: che dire della cultura dominante nella nostra epoca comunemente definita “narcisismo”? E allora miti come questo potrebbero mostrare ai narcisisti le conseguenze della loro vanità.
Federica Ancona, classe 4B Liceo Scientifico Artistico G. Galilei Bitonto
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